L´Eterologa in Italia sempre il problema con la partenza - mancano le donatrici!

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Tra le ragioni poca cultura della donazione, mancanza di un rimborso economico e sempre meno donne sotto i 38 anni. Ecco perché sempre più centri sono costretti a cercare gameti all'estero.

“C’è chi ha il pane ma non i denti” diceva l’antico adagio, un’immagine che descrive perfettamente la situazione odierna in merito all’eterologa: avere una legge ma non abbastanza gameti, tanto che nella maggioranza dei casi è necessario ancora una volta andare all’estero. Il ricorso all’eterologa in Italia, cioè la possibilità che il seme o l’ovulo da fecondare siano donati da una persona esterna alla coppia, è una novità di pochi mesi, ma per quanto l’opportunità sussista sulla carta, la strada verso una messa in pratica routinaria nel nostro paese è ancora in salita. Sì perché in Italia mancano gameti, soprattutto ovociti femminili e la gran parte dei centri che potrebbero eseguire la fecondazione eterologa si trovano costretti in questi mesi a stringere accordi e collaborazioni con realtà europee per fornire i gameti.

“Il grosso problema in Italia è che, per quanto ora abbiamo una legge che permette l’eterologa e siano molte le donne che la cercano, poche sono quelle disposte a donare i propri gameti e questo soprattutto perché nel nostro paese non esiste un sistema di rimborso economico per le donne che decidono di donare i propri ovuli, cosa invece esistente nel resto d’Europa. La donazione di ovociti prevede una stimolazione ormonale della durata di un paio di settimane, con monitoraggi ecografici e ormonali e un piccolo intervento chirurgico con blanda sedazione per prelevare gli ovociti. Tutto questo comporta, quanto meno, perdita di ore di lavoro e impegno per la donatrice. In altre parole, in Italia la donazione di gameti è vista come un atto totalmente volontaristico”.

A parlare è Filippo Maria Ubaldi, Direttore clinico dei Centri GENERA di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) di Roma, Napoli e Marostica. In Spagna, per esempio, il rimborso è di circa 1000 euro per donazione e negli Stati Uniti addirittura di 8000-12 000 dollari a seconda dello Stato e del centro. “In realtà gli Stati uniti non devono essere assunti come un esempio – prosegue Ubaldi – dal momento che lì la donazione di gameti non è considerata come un atto volontario, come invece accade in Europa. Gli americani, infatti, non prevedono un rimborso, quanto piuttosto un pagamento vero e proprio per l’acquisto di ovuli”. Che si tratti o meno di volontariato, rimane il fatto però che per la donna decidere di donare i propri gameti prevede costi, in termini fisici, psicologici ed economici, e la mancata possibilità di ottenere un rimborso rappresenta, secondo gli esperti, un deterrente per il diffondersi di questa pratica.

La fonte: https://oggiscienza.wordpress.com/2015/01/22/eterologa-mancano-gameti-e-litalia-cerca-i-donatori-allestero/

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